11 aprile 2014
(Il presidente di Insieme, Severino Nappi, assessore al Lavoro della Regione Campania, è stato intervistato dalla testata online Work Magazine)
Interventi e progetti per promuovere il lavoro in una regione in emergenza
Intervista all’avvocato Severino Nappi, assessore al lavoro ed alla formazione della Regione Campania sugli interventi per il sostegno alla crisi occupazionale e per promuovere il lavoro dei giovani in una area in forte difficoltà.
- La disoccupazione, in Campania, ha superato il 19%. Elevati anche il tasso di disoccupazione giovanile e di Neet. Come si sta muovendo la Regione Campania per far fronte a tali emergenze?
In questo periodo di crisi, in Campania abbiamo osservato una crescita sostenuta della disoccupazione: tra il 2009 e il 2013 si è passati da 240 mila a 370 mila persone in cerca di occupazione. Si tratta di una conseguenza diretta della crisi, con più persone che perdono il lavoro e ne cercano uno nuovo, con meno opportunità di occupazione, ma è anche una conseguenza indiretta dell’aumento del tasso di attività, con un maggior numero di persone che si presentano sul mercato alla ricerca di un lavoro spinte dagli effetti restrittivi che la crisi ha sui redditi.
Considerato il bassissimo livello del tasso di attività in Campania (pari al 47% nel 2009 e al 51% nel 2013), costituisce un risultato paradossalmente positivo il fatto che le donne, in precedenza casalinghe per mancanza di opportunità di occupazione, o i giovani, che in passato erano nella condizione dei NEET, decidano di presentarsi in misura maggiore sul mercato alla ricerca attiva di un’occupazione.
Un segnale più rilevante, a mio avviso, è invece rappresentato dall’andamento dell’occupazione, a livelli già bassi in Campania rispetto alla media nazionale, con un numero di occupati che durante la crisi ha avuto fasi alterne.
Quello di cui dobbiamo preoccuparci riguarda soprattutto l’aumento delle persone che perdono un lavoro senza trovarne un altro (195 mila nel 2013) e la risposta in termini di possibilità di inserimento lavorativo che riusciamo a dare a chi nella ricerca di un lavoro ha meno possibilità, come le donne, i giovani, i disoccupati con prolungata disoccupazione.
E’ proprio a queste fasce critiche che abbiamo rivolto essenzialmente le misure previste dal Piano di azione “Campania al Lavoro!” che, nel complesso, ha raggiunto circa 60mila destinatari ed ha finanziato strumenti di sostegno all’apprendistato e all’assunzione e alla qualificazione di disoccupati svantaggiati e molto svantaggiati, molti di questi espulsi dal mercato del lavoro. In questo modo abbiamo cominciato a perseguire l’obiettivo di far crescere il volume delle assunzioni, nei limiti del possibile con il solo sistema di incentivi e in assenza di una fase economica espansiva, e di indirizzarle verso le fasce che abbiamo individuato come prioritarie, con risultati positivi, emersi dalle analisi presentate nel Rapporto dell’Arlas sul mercato del lavoro, di incremento, ad esempio, delle assunzioni con l’apprendistato e delle opportunità di lavoro per i molto svantaggiati.
- Con specifico riferimento alla disoccupazione giovanile, un aiuto è giunto dall’Europa con la Garanzia Giovani. A che punto siamo con l’attuazione della Youth Guarantee in Regione Campania?
Ho condiviso in pieno la scelta di attivare subito gli interventi oggetto della Raccomandazione del Consiglio Europeo sulla Garanzia Giovani e, come Regione, abbiamo investito impegno e risorse affinché si operasse in tempi brevissimi. Considerato che la Raccomandazione è datata aprile 2013 e che il Piano Italiano è stato trasmesso alla Commissione Europea a dicembre e l’attivazione in Italia è fissata per il prossimo maggio, possiamo ritenere soddisfacente il lavoro svolto da Struttura di Missione, Governo e Regioni nel trovare una linea comune di indirizzi che, tra l’altro, mostra forti tratti innovativi nella messa a sistema delle politiche attive del lavoro e della rete dei servizi per il lavoro. L’impegno della Campania è particolarmente intenso e farà fare un salto innovativo al nostro sistema regionale dei servizi, segnando un ulteriore passo avanti rispetto a quanto avviato con “Campania al Lavoro!”. Confermiamo i dispositivi per i giovani che hanno funzionato nel Piano, in particolare l’apprendistato. Puntiamo sulla diffusione dei dispositivi che attuano in Campania il modello duale tedesco di alternanza scuola lavoro attraverso l’apprendistato. Abbiamo introdotto misure che tendono a tale modello nell’ambito dei percorsi IeFP e ne abbiamo fatto uno degli assi principali di intervento dei nuovi Poli Tecnico Professionali.
Proprio sui nuovi Poli, infatti, la Regione ha investito nei termini di un’azione di sistema e con l’obiettivo di massimizzarne l’impiego e farne il modello tipo della fascia secondaria di istruzione e della formazione tecnica destinata ai più giovani. Si tratta di un modello integrato tra l’offerta per filiere produttive e si fonda sull’aggregazione tra scuole, imprese ed enti di formazione. I Poli – che in Campania sono 100 – costituiranno, pertanto, uno dei soggetti protagonisti della Garanzia Giovani in Campania, specie sugli obiettivi di reinserimento nei percorsi educativi e di contrasto alla dispersione scolastica.
Sul fronte dell’inserimento lavorativo, il programma è indirizzato ad una forte innovazione ed integrazione degli interventi, adottando il sistema della dote personalizzata per la realizzazione di un percorso di attivazione concordato con gli operatori dei servizi. Si afferma un modello che molte Regioni hanno già implementato o si accingono, come la Campania, a implementare e giunge a maturazione un processo di definizione di sistemi di accreditamento, di standard dei servizi, di repertori e standard della formazione, di processi di spesa a costi standard e a risultato: sistema che finalmente giunge ad una messa a punto unitaria e condivisa a livello nazionale. Si tratta di un passaggio molto importante che trova la Campania pronta grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni nella ricerca e nella progettazione di metodologie e tecnologie e nello sviluppo del know how sui sistemi di accreditamento, sulla rete dei servizi per il lavoro, sul repertorio delle qualificazioni e degli standard formativi, sui sistemi informativi e tecnologici, sull’osservatorio del mercato del lavoro.
- In Campania, è da poco stato approvato il Modello operativo di accreditamento degli operatori pubblici e privati per l’erogazione dei servizi di istruzione e formazione professionale e dei servizi per il lavoro. Quali le novità introdotte dal documento?
La novità principale è che la Campania, all’atto di insediamento della Giunta Caldoro, non aveva neanche un sistema di accreditamento dei servizi per il lavoro e adesso ne ha uno specifico ed integrato con il sistema di accreditamento della formazione. Il sistema di accreditamento è particolarmente attento e rigoroso nelle fasi di operatività dei servizi accreditati, valuta gli assetti organizzativi, le metodologie, le risorse professionali e le strumentazioni impiegate e introduce sistemi di premialità e di penalità sui comportamenti, sulla qualità delle prestazioni e, soprattutto, sui risultati raggiunti in termini di occupazione.
I servizi in Campania sono diffusamente presenti, specie sul versante pubblico, con i centri per l’impiego ma anche con numerosi centri regionali di orientamento e formazione, numerosissimi sportelli informa-giovani, ed infine, assimilabili al pubblico, i servizi di placement dei sette Atenei campani e di alcune decine di istituti secondari superiori. Quello che è mancato, piuttosto, finora, è una visione organica e di rete e dunque la razionalizzazione e l’integrazione dell’offerta. Con il completamento del Masterplan dei servizi per il lavoro, l’approdo imminente al sistema della dote personalizzata e l’attivazione della Garanzia Giovani, si raggiungeranno anche questi obiettivi di integrazione attraverso un’evoluzione “obbligata” sulla quale sono concentrati gli sforzi della Regione in questo momento e sulla quale già si evidenziano segnali positivi di avanzamento.
- Parliamo di prospettive future. Il sistema Excelsior ci dice che il 10 % delle prossime assunzioni, in Italia, riguarderà i settori dell’Ict e dei servizi avanzati. I settori innovativi rappresentano, per il Mezzogiorno e la Campania, un ambito sul quale puntare?
L’edilizia delle grandi infrastrutture e quella abitativa diffusa, residenziale e popolare, hanno agito sulla crescita della produzione industriale come un volano negli anni della ricostruzione e per molti anni a seguire. Oggi questa funzione può essere attribuita al settore Ict, strategico e trainante per la produzione di beni e servizi, anche in questo caso con una componente riconducibile a grandi infrastrutture – le reti, i servizi di telecomunicazioni, i motori di ricerca, i grandi network e le softer house – e una componente di produzione diffusa, anch’essa ad alto potenziale innovativo e tecnologico, fatta di contenuti e servizi, di informazioni, relazioni, cultura, conoscenza.
Tanto l’edilizia quanto l’Ict sono filiere nelle quali la Campania ha tradizioni e know how, forti potenzialità legate alle competenze maturate, al profilo qualificato delle proprie istituzioni di ricerca e accademiche (nel campo dell’ingegneria, delle telecomunicazioni e delle scienze dell’informazione), ai talenti dei numerosi giovani che lavorano o si formano su tali contenuti. Possono essere dunque buone le prospettive di crescita, se si rafforzano e se si attirano investimenti. Se si insiste nel promuovere e valorizzare la ricerca, la formazione, l’imprenditorialità e la vocazione innovativa e creativa dei giovani.
Sul versante delle politiche, la Regione ha destinato soprattutto alla filiera Ict l’offerta di alta formazione, gli incentivi all’inserimento lavorativo dei dottorandi e i finanziamenti all’autoimprenditorialità attraverso il microcredito, con l’obiettivo di offrire opportunità ai giovani che possono affermarsi in questo settore.
- I dati diffusi dallo Svimez parlano chiaro: nel Mezzogiorno si concentra la più alta incidenza di imprese giovanili. Come legge questo dato e come agisce la Regione per sostenere tale tendenza?
Considero questo dato in parte come fisiologico, visto che nelle regioni meridionali è più alta in generale l’incidenza dei giovani e che in queste regioni i giovani hanno anche maggiori difficoltà di inserimento nell’occupazione dipendente e cercano una via di fuga nell’iniziativa autonoma. Questi fattori di spinta possono costituire un’opportunità se vi sono capacità, risorse e prospettive di successo. L’autoimpiego e la creazione di impresa rappresentano, infatti, una soluzione di tipo tendenzialmente stabile e a sua volta potenzialmente generatrice di occupazione.
In questa prospettiva, la Regione ha promosso e potenziato gli interventi che finanziano l’autoimpego e la creazione d’impresa, con strumenti di finanziamento dedicati, come il microcredito regionale e un’agenzia tecnica, Sviluppo Campania, la cui missione è essenzialmente quella di sostenere la creazione di nuove imprese e l’attrazione di nuovi investimenti.
La Regione ha inoltre legiferato in materia di accesso alle professioni introducendo, in particolare, strumenti di sostegno rivolti ai percorsi di praticantato e strumenti di promozione rivolti all’associazionismo tra professionisti.
Un elemento importante da sviluppare, considerati i forti fattori di spinta che abbiamo evidenziato, è il servizio di orientamento e di accompagnamento dei giovani che si indirizzano verso l’attività autonoma o la creazione di un’impresa: servizi che generalmente sono disponibili nel caso in cui vi siano risorse finanziarie pubbliche a sostegno, ma che andrebbero stabilmente insediati e maggiormente sviluppati come servizi di base nell’ambito dei servizi per il lavoro, disponibili anche per chi l’attività professionale, il lavoro in proprio o l’impresa vuole avviarla esclusivamente con le proprie risorse. Sarebbe opportuno offrire a tutto l’insieme del mondo giovanile un’assistenza tecnica e di sostegno specialistico all’autoimpiego, funzionale all’intero ciclo di vita dell’attività e proattivo nelle fasi di consolidamento e nella gestione delle fasi di crisi.
- L’urgenza da affrontare, accanto a quella dell’emergenza giovani, riguarda i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali o in stato di disoccupazione, anche di lunga durata. Quali i prossimi passi, a livello nazionale e regionale, su questo fronte?
La Campania è stata la prima ad autorizzare gli ammortizzatori in deroga per l’anno 2014, grazie alle anticipazioni finanziarie disposte dalle Regione. Il sistema “dote” cui abbiamo in precedenza accennato sarà attivato in prima battuta, oltre che per la Garanzia Giovani, per i percettori di ammortizzatori sociali. A sostegno del reinserimento di questi lavoratori poniamo tre leve importanti: strumenti di attivazione della rete dei servizi di intermediazione pubblica e privata, ai quali saranno riconosciute premialità a fronte di assunzioni; azioni formative mirate alla riqualificazione e collegate ai percorsi di inserimento attivate con la rete degli SpI; incentivi all’assunzione che si aggiungono ai benefici già previsti dalle norme ordinarie per i cassintegrati e disoccupati da oltre due anni e che possono avere un peso molto importante nelle scelte dei datori di lavoro.
Inoltre, sono previsti dalla programmazione, che la Regione ha condiviso e concordato con il Ministero dello Sviluppo Economico, gli interventi sulle aree di crisi della Campania, che finanziano gli investimenti per lo sviluppo produttivo e gli interventi per le politiche attive del lavoro che dovrebbero facilitare gli sbocchi di reimpiego ai lavoratori colpiti dalla crisi.
- Una domanda di taglio meno tecnico. Un grande scrittore napoletano, Erri De Luca, ha descritto il Sud dicendo: “il Sud sta seduto su un tesoro e crede di trovarlo altrove”. Non si può che essere profondamente in linea con tale affermazione. La Campania possiede un patrimonio artistico, storico, enogastronomico vastissimo e da valorizzare. Cosa si può fare, lato politiche del lavoro integrate con le politiche dello sviluppo, in questo campo?
Partiamo dal presupposto che una regione con 6 milioni di abitanti, molti territori pesantemente industrializzati ed aree fortemente urbanizzate, non può vivere semplicemente di turismo. Si finisce per favorire, in modo inconsapevole, percorsi di disimpegno dal grande tema della Campania di questi anni: riprendere quel percorso di reindustrializzazione, ovviamente in termini maturi e consapevoli e compatibili col rispetto dell’ambiente, che ci ha portato ad essere la terza economia industriale del Paese.
Accanto a questo, naturalmente, i mille luoghi magici di questa terra, a partire da Pompei, debbono poter godere di un’offerta turistica, integrata, strategica, di respiro internazionale e soprattutto fondata su un’accoglienza di qualità. Anche per questo ho scelto di dar vita, unitamente all’Assessore al Turismo, ad un Piano specifico per gli interventi formativi collegati all’intera filiera dell’accoglienza, di cui sono destinatarie le imprese e che puntano alla riqualificazione dei dipendenti, all’innalzamento quantitativo e qualitativo dei livelli di occupazione, all’accrescimento delle competenze delle persone che cercano lavoro in questo settore. Il Piano stanzia 50 milioni di euro ed è in fase di avvio. Anche in questo caso gli strumenti portanti saranno costituiti dal catalogo formativo, dalla dote individuale e dal riconoscimento di incentivi, costi e premialità sulla base dell’efficacia e dei risultati degli interventi.
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